Le donne con le mestruazioni, con o senza sottostanti disturbi emorragici, sono ad aumentato rischio di sviluppare carenza di ferro legata alla fatica, anche in assenza di anemia.
La terapia con Ferro orale ha limitazioni che includono scarso assorbimento e mancata aderenza a causa degli effetti collaterali gastrointestinali.
È stato effettuato uno studio clinico prospettico con ragazze adolescenti post-menarca con carenza di ferro con o senza lieve anemia e affaticamento che hanno ricevuto un regime standardizzato di Ferro saccarato per via endovenosa.
L'emoglobina media al basale era 11.96 g dl-1 in 20 ragazze di 14-21 anni di età, con una gamma di 10.3-14.1 g dl-1.
In questa coorte, il Ferro endovenoso è stato ben tollerato e le pazienti hanno dimostrato un aumento sostenuto dei livelli di ferritina con medie di 13.4 ng ml-1 al basale fino a 141.5 ng ml-1 a 6 settimane e 85.2 ng ml-1 a 6 mesi dalle infusioni.
È stata impiegata una scala di fatica standardizzata ( Peds QL Multidimensional ) per misurare oggettivamente la fatica e i punteggi dei genitori con i punteggi di screening medi, rispettivamente, di 35.2 e 31.9.
È stato dimostrato un miglioramento clinicamente significativo nei punteggi di fatica delle pazienti, nonché dei genitori in 19 dei 20 soggetti a 6 settimane ( media 58.3, P minore di 0.0001; e 57, P minore di 0.0001, rispettivamente ); così come 3 e 6 mesi dopo le infusioni di Ferro.
Nelle pazienti non-anemiche, la somministrazione di Ferro non ha influenzato significativamente la concentrazione di emoglobina.
Pertanto, gli effetti di riduzione della fatica della terapia con Ferro riflettono le funzioni non-ematologiche del Ferro. ( Xagena2016 )
Sharma R et al, Am J Hematol 2016; 91: 973-977
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